Il consulente culturale: una nuova figura professionale

Il mondo dell’Arte è in costante evoluzione al pari passo della società in cui vive e di cui fa parte. La recente pandemia ha profondamente cambiato l’interazione e l’approccio con l’arte: la percezione di un’opera o di una mostra si è trasformata da live al digitale, si è evoluta rendendosi accessibile da tutti e dovunque, virtuale ma senza mancare di concretezza e verità.

In un Paese come l’Italia, considerato un museo a cielo aperto di fama mondiale, figure professionali legate alla valorizzazione del patrimonio culturale ed artistico, sono in continuo divenire. 

Il manager culturale è una figura professionale legata a questo processo di cambiamento, cruciale per il coordinamento ed il successo di un progetto artistico.

Manager culturale: chi è il consulente culturale e quali sono le sue mansioni

Il manager culturale, o consulente culturale, è una figura chiave per lo sviluppo, la comunicazione e la vivibilità dell’arte in un territorio, capace di mettere in relazione artisti, che possono comprendere aziende private o no profit, enti e cooperative, con il tessuto sociale. 

Il suo compito è quello di progettare, pianificare, eseguire e valutare vari programmi ed eventi culturali.

Avere delle competenze gestionali è basilare per la realizzazione di un progetto culturale, sia da un punto di vista umano, cioè nell’attività di coordinamento delle numerose altre figure professionali inserite nel progetto, come architetti, ingegneri, archeologi e conservatori, sia da un punto di vista economico. L’esperienza di management appunto, anche in materie economiche e amministrative, risulta focale per poter programmare, gestire e monitorare, passo passo, lo svolgersi del progetto.

Un’altra delle altre competenze vincenti di un consulente culturale, oltre ad avere una conoscenza in temi artistici, storici e archeologici, è la capacità di intermediazione, saper comunicare e negoziare in modo efficace, accordando il lavoro tra committente e la Direzione Scientifica delle strutture culturali. 

Come definire questa professione con un esempio semplice?
La realizzazione di una mostra d’arte.

Il manager culturale, che sia un libero professionista o una società di consulenza, si occuperà di mediare tra l’ente committente e il luogo dove avverrà la mostra. 

Dovrà capire se la mostra può interessare al pubblico e quali sono le spese da affrontare per realizzare il progetto. Conoscere il territorio dove verrà collocata, studiandone le normative in materia di politica e legislazione culturale. 

Dovrà inoltre avere delle nozioni sulle opere d’arte ospitate, progettare la loro migliore collocazione all’interno dei saloni e la loro illuminazione, l’atmosfera che si vuol creare negli ambienti aperti al pubblico, quale può essere la miglior grafica che accompagnerà l’immagine dell’evento per la sua intera durata, applicata dai banner ai dépliant, dai profili social alla Newsletter.

Le competenze ed attitudini che deve avere un consulente culturale sono molte e versatili, essendo una figura cruciale e di primo impatto, nel “fare arte” in un territorio.

Nel management beni culturali si includono le seguenti attività:

  • lo studio della richiesta culturale di un territorio;
  • la valutazione dell’impatto che un’offerta culturale può avere nel territorio;
  • l’analisi dei rischi in una progettazione;
  • lo studio di eventuali soluzioni alternative;
  • la gestione del personale, coordinare cioè tutte le attività delle varie figure professionali coinvolte nel progetto;
  • la gestione della comunicazione, non solo all’interno dello staff, ma anche ai media e nel rapporto tra committente e la struttura;
  • le attività di marketing culturale, lo studio di strategie (digitali e non) volte ad attirare il pubblico;
  • il costante monitoraggio dello stato di avanzamento dei lavori e l’effettuazione di sopralluoghi nel posto dove si svolgerà l’evento;
  • la gestione del trasporto delle opere d’arte, la conservazione e lo studio del loro posizionamento all’interno dello spazio che le ospiterà;
  • la progettazione di stand, la cura della grafica, lo studio delle luci espositive e la sicurezza negli ambienti per il pubblico;
  • la conoscenza della politica comunitaria del territorio, la sua legislazione e le normative che la regolano.

La formazione del manager culturale: dalla laurea ai corsi di specializzazione 

Per diventare un consulente culturale è preferibile partire da studi storico-artistici:

  • diploma di liceo artistico;
  • diploma di liceo classico;
  • laurea in Conservazione dei Beni Culturali;
  • laurea in Lettere;
  • corso di laurea in project management culturale;
  • master in Management gestionale o di economia.

Il percorso di studi per chi vuole intraprendere questa professione, è il fondamento che non può mancare. Forse può sembrare una strada lunga e difficile da affrontare, ma l’adeguata formazione sulla materia e l’esperienza sul campo nell’organizzazione di mostre ed eventi culturali, sono l’indispensabile punto di partenza per arrivare ad essere la figura trasversale che è oggi, il consulente culturale.

Una figura completa e complessa, in costante divenire e molto eclettica, di fondamentale importanza per la cultura artistica e storica di un territorio e di chi lo vive.

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